Lasciate un segno o Voi che entrate...
Non siate avari di voi stessi...
Non fate i voyeur che guardano di nascosto...
Nutritemi dei vostri pensieri!

venerdì 29 ottobre 2010

Bilancio dopo un viaggio di una settimana

Il primo disastro è avvenuto in un bar, non uno qualsiasi, ma un bar israeliano dove, si sa, sarebbe bene che le donne mantenessero un certo contegno (al contrario degli uomini che mi sembra siano piuttosto sfacciati!). Estraggo il portafoglio dalla borsetta e mentre cerco i soldi il cameriere si china per raccogliere qualcosa, mi porge l'oggetto con aria perplessa e mi indica di riporlo in borsa. Lo guardo, in un primo momento senza capire, poi mi accorgo che sta dicendo che il preservativo che ha in mano è il mio ed è bene che lo rimetta in borsa! Penso di essere diventata fluorescente!!!
Per la cronaca, l'oggetto imputato non so da quanto era lì e l'unica cosa a cui è servito è stata fare la figura della facil donna occidentale. Bislacco!

Secondo disastro al Santo Sepolcro. C'è una bolgia infernale (ops!), decido comunque di mettermi in fila, adoro osservare la gente diversa da me, poi volevo vedere cos'era nascosto da tante impalcature... Si canta per far passare il tempo e la tensione, qualcuno litiga, dico: "Canta che ti passa!". Ma non passa, la tensione aumenta e con essa la stanchezza e il nervosismo... Arrivata in cima chiedo ad una guardia di farmi uscire per tornare indietro, quello mi guarda perplesso, mi dice che fra qualche istante ci faranno entrare... Entriamo, 1, 2, 3, 4... in un buco minuscolo, non ci si gira, la gente continua ad entrare, mi arrabbio, voglio uscire, è tutto bloccato, mi faccio spazio fra i corpi e ... Sbam! Sbatto la testa contro il muro... Mi scappa un'imprecazione degna d'arresto... prima che gli altri abbiano il tempo di capire l'accaduto sono già fuori. Salva dalle guardie, ma forse non dall'inferno!

Terzo, all'areoporto di Tel Aviv. Ancora in fila, nell'attesa del controllo bagagli, interrogano una donna del gruppo che dichiara che non siamo passati da Gerico (intendendo che non siamo passati nella zona Palestinese che è meglio non nominare). Rifletto, mi guardo con l'amica che mi è accanto e abbiamo lo stesso pensiero: il nostro zaino è pieno di oggetti e fogli che parlano di Palestina! Ridiamo con le lacrime agli occhi, strappiamo alcuni fogli, ma non sappiamo poi dove nasconderli...li spargiamo nelle tasche dei vestiti (che ci dovrebbero controllare successivamente)... Ridiamo ancora, nel panico, con gli sguardi degli altri puntati addosso.

Nessun commento:

Posta un commento